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Chiara Biscaretti Dio ha messo la tenda nel mio cuore

"Sento che la gioia, la fiducia, la voglia di vivere e di lottare, la serenità e la pace, non sono completamente mie scelte. Sono l’unico cammino di vita che mi è aperto davanti, e ringrazio Dio che ci siano, così ben presenti e forti in me, quasi senza che io debba far nulla per volerle."

Quando scrive queste parole Chiara Biscaretti di Ruffia è costretta in un letto d’ospedale. Giovane donna e capo scout piena di entusiasmo, le è stata diagnosticata la leucemia. «Lo so che Dio non fa apposta il male […] So che sta nel male per ribaltarlo in bene. Che c’è una sottile differenza, ma fondamentale. Però io adesso sto male. Tanto male. E non è giusto», scrive nel suo diario, poi pubblicato postumo con il titolo "Di che colore è la mia paura" (Terre di mezzo Editore, 2003).

Disegni di Chiara
Ascolta se Dio ti chiama e parlagli se hai bisogno di aiuto.

Chiara, rimasta senza padre a 8 anni e a 15 orfana anche di madre, aveva studiato Filosofia. Sognava di dar vita a una comunità di accoglienza e intanto frequentava Taizè e prestava servizio nel gruppo scout AGESCI Milano 88, in cui era cresciuta dai 16 anni in poi. Nell’estate 1997, dopo la Route estiva con il Noviziato e una vacanza in barca a vela, i sintomi della leucemia, il ricovero e la chemioterapia.

Aspettando il trapianto Chiara non ha mai smesso di parlare con Dio. Un dialogo serrato, senza esclusione di colpi, in cui chiedeva conto del suo calvario, senza perdere però il desiderio di una vita piena. «Ciao buon dio», scriveva con la fiducia di chi si rivolge a un amico caro. Nella sua lotta Chiara non ha nascosto nemmeno paura e rabbia, fino alla consapevolezza estrema: «Mi sono stupita a scoprire che lì (in ospedale, ndr), ora, ero veramente felice, come quasi mai nella vita (quando sono stata innamorata pazza forse). Impazzita improvvisamente? No, credo di no. Credo sia l’intensità, l’incredibile intensità con cui vivo chiusa là dentro, che mi fa felice di ogni cosa, incontro, attimo, quasi sempre. E la semplicità. È tutto così semplice adesso. L’obiettivo è chiaro davanti a me. Non come vivere, ma vivere». Chiara Biscaretti di Ruffia è morta a Milano, a 27 anni, il 15 dicembre 1998. Qualche giorno dopo il funerale, per suo desiderio si svolse la «Festa dei ricordi e della vita»: un weekend in cui, passando da casa sua, gli amici potessero «prendere qualcosa, che gli ricordi me» o semplicemente che gli piacesse.

Sono una scout, e tra noi ci si saluta dicendo “Buona Strada” per tutti noi.

Si ringraziano: Laura Bellomi, Cristina Pipia e Laura Moro per averci permesso di offrirvi questa puntata.

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